RICORDIAMOLI INSIEME

Questa sezione è dedicata al ricordo di persone che hanno dato molto del loro Amore e del loro impegno alla Comunità Cristiana, ma che purtroppo non ci sono più. Ricordandone i volti e le storie personali in questo spazio, speriamo di contribuire a tenere vivida la fiamma del loro fulgido esempio di Cristianità, rivivendo il raccoglimento con la quale abbiamo accolto e raccontato, sul sito o altrove, la notizia della loro dipartita terrena in modo da rendere più dolce questo viaggio. Li accompagniamo alla Casa del Padre con le nostre preghiere, promettendo loro che non li dimenticheremo mai. Se avete piacere che i Vostri cari, vissuti nel territorio della Parrocchia, vengano ricordati in questo spazio inviateci il Vostro elogio o ricordo, con una fotografia in formato digitale e la data della scomparsa a: redazioneweb@parrocchiasantabarbara.net

5 Settembre 2023
ENIO MARCHIORI

Riportiamo la testimonianza di don Antonio Biancotto che è stato cappellano a Santa Barbara dal 1981 al 1990 che sintetizza bene le caratteristiche umane e cristiane di Enio. "Ho appreso con sorpresa della scomparsa improvvisa di Enio, e mi è venuto spontaneo ricordare alcuni tratti della sua personalità e del suo amore per la famiglia e per la sua cara Parrocchia. Ho sempre apprezzato la sua capacità di sdrammatizzare con un sorriso e con una battuta le situazioni critiche e la sua abilità nella manualità. In Parrocchia gli siamo stati sempre grati per la disponibilità e il suo ingegno. In  quegli anni la Sala del Teatro era diventata la sua officina, soprattutto la sala-regia. Mi sembra che tutto gli nasceva non solo da una generosità innata, ma dalla sua fede semplice, schietta, attorno alla quale ha impostato con la carissima Daniela la bella famiglia. Non è difficile sottolineare gli aspetti positivi di Enio perché parla la vita. Ricordarlo non è una forzatura, ma soprattutto un debito di riconoscenza personale e, sono certo, della vostra bella Parrocchia. Continuo a pregare per la vostra famiglia e per la Parrocchia tutta perché ho sperimentato in questi mesi di fatica quanta forza mi è venuta dal vostro ricordarmi davanti al Signore. Perciò vi offro non una preghiera di circostanza ma quanto di più caro e solido ho. Con affetto e riconoscenza". (don Antonio)


28 Dicembre 2022
FRANCESCO BRIGO

Alcune testimonianze della comunità: "Personalmente ho sempre ritenuto l'amico Francesco Brigo un maestro di preghiera, un fratello maggiore, un cristiano straordinariamente fedele e... un sant'uomo. Nel passato ho fatto ricorso alla sua fraterna intercessione per un mio grave problema esistenziale e sono stato miracolosamente esaudito". "Grazie Francesco. Continua a pregare dal Paradiso per tutti noi di Santa Barbara, come hai sempre fatto nel corso della Tua lunga e fruttuosa vita". "Francesco insieme alla moglie Anna sono stati un grande esempio di fede e di carità per la nostra comunità. Ringrazio il signore per aver potuto collaborare con loro". "Ringrazio davvero molto il Sig. Brigo, anche per noi più giovani è stato un esempio, s'è preso cura di noi, una colonna, persona di grande cristianità. Ancora Condoglianze".  "Mi dispiace tanto… era davvero una brava persona… sentite condoglianze ai figli. Ho avuto modo di conoscerlo un giorno l’ho accompagnato a casa dopo la messa serale. Gran brava persona. Condoglianze". "La mia preghiera e le mie condoglianze ai familiari di Francesco uomo di grande fede e generosità". "Due amici ricordano Francesco Brigo. Sempre attivo in parrocchia e assiduo all'ascolto della santa Messa delle ore 18.30. Lo abbiamo sempre visto sereno, pacato in ogni occasione: è stato un vero esempio cristiano per tutti noi di santa Barbara. Le nostre condoglianze ai figli". "I coniugi Francesco e Anna sono stati un vero esempio. Il loro impegno nell'Ac e nella Caritas rimane ben presente in noi".
Martedì 10 Maggio 2022
LUCIA SPINELLO in SPONCHIADO

"Siamo oggi qui in ricordo di Lucia, moglie e compagna esemplare di una vita, una donna dal carattere e di una generosità d'animo grande per chi la conosceva bene, apparentemente forte, ma di una fragilità interiore ancora più grande. Con il suo esempio di moglie mi ha insegnato che cosa sia questo dono, perché di dono si tratta: quello di avermi amato per il tempo che abbiamo trascorso assieme e di avermi amato più di sé stessa. Lucia, con il tuo esempio mi ha preparato ad essere quel che sono. Noi conosciamo esempi di grande santità, uomini e donne che hanno donato completamente la loro vita a Dio, ma esistono anche piccole santità vissute ogni giorno: Lucia ha dato in dono la sua vita per nostra famiglia, il sapere che comunque, per noi mariti, si troverà la casa a posto, il preparare la colazione, il pranzo e la cena ogni giorno, il caricarsi sulle spalle il peso della famiglia. Sono piccole Santità che spesso non vengono notate o, peggio ancora, ignorate. Lucia si è donata, donata  tutta sé stessa sempre e comunque: questo dono vale di più di tutte le qualità e le vocazioni di questo mondo. La sua, la Tua vita di moglie è divenuta sacrificio. Ovvero: hai reso sacra la tua esistenza, offrendola a Dio e alla persona che hai amato. Dietro di me c'è un uomo, Gesù che il dolore e la morte li ha resi strumenti d 'amore. Le mogli sono il riflesso dell'amore di Gesù per i mariti, sono l'immagine del cristianesimo: una vita spesa "per" e "in" servizio della persona che si ama nel corso della vita. Con il tuo modo di essere, di amare, mi hai preparato ad affrontare un arduo cammino, difficile da farsi: una chiamata nella mia vita che non si può non accettare come figli, divenire genitori dei nostri genitori. Nei nostri ricordi Lucia mi era sempre accanto nel momento della fatica, della malattia, delle notti insonni passate vicino al mio letto quando qualcosa non andava: era scontato tutto questo? Forse... ma con i tuoi occhi stanchi e il peso delle sue malattie erano e sono sempre lì accanto a me. Mi pento di non averti mai ringraziata abbastanza e/o dato tanti baci per questo. Nell'ultimo periodo della tua vita Lucia, troppo pieno di dolore e malattia, spesso chiedevi perché io, il tuo "maritozzo", mi dannassi tanto per farti sentire vicino al mio cuore. L'essere accanto a Te con amore era un insegnamento Tuo e, ne sono sicuro, di tutte le mogli oggi qui presenti e non. Credimi, non mi è pesato, anzi. Tanto ti devo, Lucia, e stai tranquilla ci vedremo da qualche parte, per continuare ad essere felici assieme. Con infinito amore: per sempre, il tuo testone.  Gianni."
Giovedì 6 Maggio 2021
LORELLA LAZZARI in SBALCHIERO

"Ho combattuto la buona battaglia: ho terminato la corsa; ho conservato la Fede. Ed ora, ecco che torno a Te. Si, o Padre: quello che Tu vuoi; come Tu vuoi; solo perché Tu lo vuoi. Grazie. Continua, o Dio, l'opera che Tu stesso hai cominciato". E' il saluto che troviamo nella foto ricordo che ci è rimasta, parole che meglio di molte altre ricordano l'amore e la fiducia di Lorella Lazzari in Sbalchiero, che in molti abbiamo salutato, martedì 10. Ci ha lasciati il 6 Maggio, a 60 anni. Il suo lavoro è stato instancabile, costante, riconosciuto da molti e non si è fermato, anche quando la malattia avanzava inesorabile. 

Solo il 12 aprile ha lasciato l’amata cattedra di Lettere dell'istituto comprensivo “Carlo Goldoni” di Martellago, dove insegnava italiano, storia e geografia alle scuole medie. Laureata in Pedagogia, insegnava da molti anni ed era un'apprezzata volontaria in molti ambiti. La convivenza con il cancro è partita nel 2016 ma ha sempre dato il suo contributo almeno sino a un paio di mesi fa, quando ha dovuto lasciare. Adorava i suoi studenti, e loro al funerale hanno voluto essere presenti e ricordarla. «La nostra amatissima professoressa Lorella Lazzari ci ha lasciati, imprimendo nella nostra mente e nel nostro cuore un encomiabile esempio di vita, assoluta dedizione al lavoro e squisita gentilezza. La sua scuola non la dimenticherà mai, i suoi colleghi e amici serberanno nel cuore le esperienze vissute insieme, i suoi alunni custodiranno i suoi insegnamenti. La comunità della scuola si stringe intorno ai suoi cari». 
Venerdì 5 Marzo 2021
DON GUIDO SCATTOLIN

Alle 18:30 don Guido Scattolin ci ha lasciati. Ci lascia consapevoli di averlo accompagnato com’era possibile nel suo lungo e coraggioso calvario, con il conforto delle nostre preghiere e dell’affetto che ha seminato in tutti noi. Lascia il ricordo di un uomo incrollabile, ottimista, forte, innamorato di Cristo e della Chiesa di Venezia, nella quale ha ricoperto importanti incarichi. Nato a Padova nel Febbraio ‘56, fu ordinato sacerdote a 24 anni, nel Giugno 1980. La sua forza, il suo stile meticoloso, la sua cultura hanno lasciato segni profondi in tutta la Diocesi: vicario parrocchiale, alla Bissuola, vicerettore del Seminario minore, assistente di zona dell’Azione Cattolica Ragazzi, coordinatore della pastorale diocesana dei ragazzi, direttore della Villa S.Maria Ausiliatrice a San Vito di Cadore. Don Guido per 12 anni (1992-2004) è stato economo del Seminario, Economo diocesano nei sette anni dal 2008 al 2013, membro del consiglio di amministrazione della Fondazione “Patriarca Carlo Agostini”. Dal 2000 presidente delle IX Congregazioni del Clero. Parroco a San Salvador (Venezia), in viale San Marco a Mestre. Nel 2013 il Patriarca Moraglia - oltre al compito di vicario foraneo - gli assegna il compito di sostituire don Gianfranco Pace nella guida della nostra Parrocchia, incarico che commentò così: “Nel dialogo fra Gesú e Pietro colgo l’importanza non solo della generosità di mettermi a disposizione, ma anche dell’umiltà di lasciarmi aiutare e di chiedere aiuto. Di questa umiltà Gesù dice che è necessaria per ‘aver parte con Lui’, per essere suoi, la sua chiesa”. Nel 2017 le prime avvisaglie della malattia e l’inizio della lunga battaglia, sopportata con un’energia che, da sola, era per noi insegnamento di vita. “Sono edificato da quest’uomo, per il quale chiedo la guarigione”, commenterà il Patriarca Moraglia nell’ottobre 2019, mentre passava il testimone della nostra Parrocchia nelle mani di don Valter Perini, ben sapendo dell’amicizia fraterna che legava i due fin dal tempo del seminario. Prendiamo col cuore e con la preghiera il compito impegnativo di continuare a dedicare a Cristo le tue parole, ora che la Tua voce è lassù, al suo fianco. Per continuare ad aiutarci, come hai sempre fatto, come farai ancora. 
Sabato 28 Novembre 2020
CATERINA "KETTY" PEMPO TREVISAN

Ci ha lasciati a 83 anni Ketty Pempo Trevisan, instancabile catechista e animatrice dei gruppi di ascolto, volto notissimo della nostra comunità. Era ricoverata da diversi giorni in terapia intensiva. Lo ha comunicato domenica mattina don Valter, dopo aver avuto la triste notizia dal figlio, don Andrea Trevisan, che proprio a S.Barbara ha deciso di abbracciare la vita ecclesiastica e a sua volta molto legato alla nostra comunità. La notizia dell'addio di Ketty ci lascia attoniti ed addolorati e lascia un vuoto al quale è difficile assegnare l'ineluttabilità della morte, certi però che le nostre preghiere restituiranno a Ketty il posto tra gli angeli che ha meritato qui in terra con il suo sorriso, la sua mitezza, la disponibilità e l’esuberante allegria. Alla famiglia inviamo l’abbraccio commosso di tutta la comunità parrocchiale. A Lei il merito di aver infuso energia, valori e serenità ad una famiglia che ne porterà l'esempio.
Giovedì 13 Febbraio 2020
ANNAMARIA MONOSILIO BRIGO

Giovedì 13 Febbraio ci ha lasciati, a 80 anni, Annamaria Monosilio in Brigo. Insegnante a riposo delle scuole medie a Chirignago, Annamaria è stata e per lungo tempo collaboratrice e promotrice della Caritas Parrocchiale, assieme al marito Francesco e a don Antonio Biancotto. Anima appassionata dall’energia buona e contagiosa, portava conforto anche ai detenuti delle carceri veneziane. Per coloro che ne hanno apprezzato la dolcezza e l’enorme generosità personale si è già svolto, sabato sera alle 18, un momento di preghiera con la recita del S.Rosario. I funerali si sono svolti Lunedí 17 Febbraio alle 11 presso la chiesa di S.Barbara. A nome di tutta la Comunità, rivolgiamo alla famiglia le più sincere condiglianze.  Si uniscono al dolore della famiglia le Donne di Azione Cattolica e tutti coloro che ne hanno approvato le virtù e l'instancabile lavoro.     
Mercoledì 8 Luglio la sua scomparsa
ADDIO ADRIANO PIZZATI, MUSICA DELLA VITA

"Serenamente si addormentò nel Signore dopo una vita interamente dedicata alla famiglia, al lavoro e alla musica". Così hanno fatto scrivere i figli sull'epigrafe che, da mercoledì 8 Luglio, accompagna la triste notizia della scomparsa di una persona cara a molti e a quanti hanno frequentato, in tutte le epoche, la nostra Parrocchia. Adriano Pizzati ha lasciato un vuoto grande come le cose che ha creato, un dolore immenso come l'amore che ha dato per l'arte, trasmessa con sapienza all'intera famiglia e a moltitudini di persone che, siamo certi, hanno amato la musica grazie a Lui. Questa scomparsa ci tocca da vicino, perchè la storia della Sua famiglia è  fortemente legata a quella della nostra Parrocchia fin dalle origini: la testimonianza di Adriano compare infatti tra le pagine più belle del nostro Archivio Storico e, ovviamente, dei nostri ricordi:  molte sono le occasioni in cui i Pizzati hanno collaborato con la Parrocchia. organizzando spettacoli ed applauditissime esibizioni. 
Giovanni Battista Franco è scomparso a Marzo 2015
CIAO, MAGO TITTA. 

Un po' di polvere di stelle, la poesia di un eterno bambino infervorato e con gli occhi lucidi, soprattutto quando avevi davanti le bocche spalancate di quei piccoli batuffoli vestiti d'azzurro che amavi stupire con i gesti veloci di quell'arte misteriosa che hai fatto tua: la magia. Un geloso segreto imparato chissà come ed esibita con tale maestria da farti conoscere e benvolere da tutto l'Asilo e da tutta la Parrocchia come un mago: il mago Titta, al secolo Giovanni Battista Franco. Sei stato un idolo per loro e per noi, perchè su tutto c'era la tua generosità, disponibilità verso quei piccoli, ingenui spettatori assetati di vita e quasi sempre c'eravamo anche noi, a stupirci. Ti piaceva farlo, sorprenderci con l'impossibile. No, oggi non c'è un foulard che ti farà riapparire, non sei uno di quegli oggetti che ritornavano tra le tue mani, tra lo stupore puro dei nostri bimbi. Oggi la magia non è riuscita, e Titta non c'è più. Poco importa sapere cosa ti abbia portato via, lasciandoci in pochi giorni un'altra struggente scomparsa che ci fa restare a bocca aperta, ancora, e purtroppo, stupiti e addolorati. Non ci sarà più un gesto sapiente e veloce, un sorriso e tante piccole mani che battono strillando. Ora l'asilo, i nostri bimbi saranno un po' più soli perchè, assieme alla tua bacchetta ed al tuo sorriso, è sparita una parte delle nostre vite, così a Te rimane un compito, un'ultima magia, oggi la più difficile: far sparire.. la nostra tristezza. Grazie, Titta. Buon Viaggio. (fdc)
Il 16 Marzo 2015 è mancato a 80 anni Mario De Rossi, storico sacrestano negli anni '70 e '80.
ARRIVEDERCI MARIO, AMICO DI NOI RAGAZZI

Anche Tu ci hai lasciati, perchè non era più il tuo tempo. Eppure ce ne hai regalato tanto del tuo, figura onnipresente nei nostri ricordi e nella vita della nostra Parrocchia, che per Te è stata a lungo una casa, e noi i tuoi ragazzi. Mario De Rossi, "Marietto" per tutti noi, ha fermato le sue lancette di vita terrena oggi, a 80 anni. A lui leghiamo il ricordo dei teneri giorni trascorsi all'ombra di un campanile allora molto più basso, ma non per questo meno potente. Lo hai fatto suonare mille volte, in quelle estati assolate in cui il parroco chiamava e tu correvi, anzi: guizzavi, sguardo vispo, sempre in movimento, sempre silenzioso ma più che mai presente ed esempio per tutti noi. Talmente presente che la notizia di oggi ci lascia sbigottiti, con il petto carico della simpatia che ci hai saputo dare in silenzio e che non abbiamo dimenticato: sempre complice, anche quando ci dicevi "..Ghe o digo a Don Ettore!" sapevamo che non l'avresti mai fatto. Affidabile, buono, per noi irrinunciabile, come la tua bicicletta. Non lo davi a vedere, ma sicuramente anche noi ragazzi, oggi uomini con i capelli grigi e donne di esperienza, eravamo irrinunciabili per te. Ti dedichiamo questo saluto, commosso perchè riconoscente, perchè tu ci salutavi sempre, uno a uno. Anche stavolta sarà così: ciao "Marieto!", "ciao Fantuìn".  (fdc)

8 Marzo 2015: ci ha lasciati Jole Anoè, 92 anni, tra le fondatrici del Gruppo Donne di Azione Cattolica.
GRAZIE, JOLE...

 Con gran dispiacere della nostra comunità il giorno 8 marzo è mancata Jole Anoè di anni 92. La ricordiamo perché è stata una delle prime fondatrici del “Gruppo Donne di Azione Cattolica” voluto dal nostro parroco di allora, don Ettore Fuin. Fin dalle origini della nostra parrocchia Jole e le altre signore si riunivano come adesso il mercoledì pomeriggio per un incontro di catechesi con il parroco. Purtroppo gli anni passano, erano in tante e una alla volta ci hanno lasciato, ma ce ne sono ancora, ultranovantenni, che sono in comunione con il nostro gruppo. Jole, un carattere dolce, premuroso, un sorriso aperto e due occhi azzurri come il cielo, ha donato tanto a tutti noi. Quando andavano a trovarla a casa negli ultimi mesi amava ricordare i bei tempi passati in gioventù con altre signore a darsi da fare per il bene della Parrocchia,  in semplicità, armonia e letizia di cuore, felici di essere assieme. Dalle semplici festicciole alla festa di “Mamma Margherita”, le famose frittelle e anche il lavoro. Negli anni dal 1958 al 1966, al pomeriggio delle domeniche d’inverno,  nella Sala Chiesa (ora Sala Teatro Albino Luciani) si riempiva la grande stufa con quello che si aveva (foglie, legno, cartoni) per riscaldare i bambini che guardavano il cinema; alla fine della proiezione si puliva e si preparava per celebrare la Messa serale. La tua testimonianza ci sia di guida, grazie Jole per quanto hai fatto per tutta la comunità.

Mariarosa e il Gruppo Donne di Az. Cattolica  

ADDIO, DON FRANCO (Dicembre 2015)

E'morto un gigante. E molti, troppi, a Mestre ne sentiranno la mancanza. E' salito in cielo dai tanti che lo attendevano: primo tra tutti mons. Valentino Vecchi, il maestro mai dimenticato. E' morto un gigante, perché don Franco De Pieri è uno di quei preti della Chiesa veneziana e uno di quegli uomini della città di Mestre che ha decine di motivi per essere ricordato. Come mons. Vecchi, appunto. Lui ne è stato un bravo discepolo non perché ne ha scimmiottato le movenze, né gli interessi; ma perché ha saputo trovare un suo modo di essere prete capace di far presa sulle persone e di lasciare segni nella città e negli animi. Basti dire, tanto per partire dalla fine, che ancora adesso la chiesa di San Girolamo si riempiva quando diceva messa lui, la domenica, perché questo prete di 77 anni in pensione era ancora in grado di predicare e celebrare mettendo in campo testa e cuore. E' stato così per tutta la sua vita: lo sanno bene quelli di San Lorenzo, del Corpus Domini e di San Paolo, le parrocchie di cui è stato cappellano o parroco; ma anche quelli che, pur non essendo suoi parrocchiani, lo seguivano ovunque andasse, perché ne erano attratti o perché aveva compiuto qualcosa di importante nelle loro vite.
Circa 6000 sono invece le persone che sono state accolte e aiutate in questi tre decenni di attività; 170 circa gli ospiti presenti ogni giorno nelle strutture del Centro Don Lorenzo Milani, in particolare a Forte Rossarol di Tessera, trasformato in una vera cittadella dell'accoglienza. Il Don Milani è diventato questo colosso della solidarietà perché, sotto la costante e attenta presidenza di don Franco, ha saputo trasformarsi, per soddisfare le nuove esigenze, inseguire le nuove povertà, trovare la necessaria sostenibilità economica, senza la quale le persone non si aiutano e gli operatori non lavorano. Così, quando le comunità di recupero classiche, per la cura degli eroinomani, sono entrate in crisi, il Centro di don De Pieri aveva già cominciato ad accogliere alcolisti, cocainomani e giocatori patologici, ad aprirsi al mondo delle cooperative, ad entrare nelle scuole con i suoi operatori, a sostenere nella ricerca di un lavoro chi ha meno risorse, a ospitare rifugiati e minori stranieri non accompagnati, a presentare per sé e per altri enti progetti europei. E' così che il Centro Don Milani è diventato quella realtà così poliedrica che è oggi, raggiungendo livelli di eccellenza in diversi ambiti. Don Franco ha saputo scegliere e accompagnare le persone giuste per ottenere tutti questi risultati. Per le sue capacità, gli è stato chiesto di salvare un altro centro, a Verona, che stava per crollare: ed è riuscito nell'impresa. Per anni è stato anche il vicepresidente della federazione mondiale delle comunità terapeutiche.

Nel frattempo ha continuato ad essere prete, tutto il giorno, tutti i giorni. Dopo aver fatto nascere il centro per le tossicodipendenze ha fatto germogliare dal nulla una parrocchia al Corpus Domini del Rione Pertini di Mestre. Diceva messa in un prefabbricato, prima di far costruire la chiesa progettata dall'amico Ettore Vio. Quando ormai poteva tirare i remi in barca, ha accettato di giocarsi di nuovo in un'altra esperienza pastorale, nella parrocchia di San Paolo di Mestre, fino alla pensione. Pensione per modo di dire: al compimento dei 75 anni ha predisposto tutto per iniziare una nuova fase della sua vita. Ha saldato conti, chiuso partite, messo ordine, venduto quello che non gli serviva più. Voleva ripartire più leggero, in terra di missione: in Brasile, vicino a Recife, in una parrocchia salesiana guidata da un suo cugino, don Franceschino Cibin. Lo aveva già fatto, per un anno, nel 2003. Questa volta, invece, doveva essere per sempre. Dopo un anno, invece, ha dovuto fare ritorno a Mestre. Il cuore, che già una volta l'aveva avvertito, aveva ricominciato a fare le bizze. Sono riusciti, per un periodo, a stabilizzare le sue condizioni di salute. Lo scorso 17 dicembre, alla cena con i dipendenti del Don Milani, sorrideva a tutti, ma confidava di non sentirsi bene. Quel cuore, un cuore che ha accolto un'infinità di persone, ha donato generosamente aiuti e parole buone, consigli e anche rimproveri, l'ha tradito. All'improvviso, ma senza coglierlo impreparato. Impreparati sono solo i tantissimi che hanno trovato in questo prete un rifugio, una mano amica, una parola di conforto e di vita. Come il sottoscritto.

(Paolo Fusco - da GENTE VENETA, n.49/2015)